I tre commenti del Quotidiano del Popolo Online sui dazi abusivi degli Stati Uniti – 1. Il mondo ha bisogno di equità, non di egemonia

(Quotidiano del Popolo Online)mercoledì 30 aprile 2025

Il governo degli Stati Uniti, in nome della "reciprocità", ha imposto sfacciatamente dazi su più di 180 Paesi e regioni in tutto il mondo. Questo assurdo fenomeno per cui perfino i pinguini e le foche dell'Antartide diventano oggetto di tassazione, si basa sulla logica unilaterale e oppressiva della sopravvivenza del più adatto. Il governo degli Stati Uniti sta agendo contro la tendenza storica e sta danneggiando gli altri e se stesso.

Il comportamento egemonico del governo degli Stati Uniti persegue i propri interessi egoistici e priva i Paesi di tutto il mondo, in particolare quelli più vulnerabili, del loro diritto allo sviluppo. Paesi come Haiti e Lesotho, già poveri e deboli, sono sull'orlo del collasso e le loro popolazioni vivono in condizioni disperate a causa delle pressioni tariffarie. Imporre aliquote fiscali ben oltre la portata delle possibilità economiche dei piccoli Paesi dotati di una struttura economica unitaria è sostanzialmente un tentativo di sovvertire l'ordine commerciale multilaterale con egemonia e di ottenere vantaggi globali. Mentre sventola la bandiera del "commercio equo", il governo degli Stati Uniti calpesta sconsideratamente il principio di non discriminazione sancito dall'OMC; mentre taglia gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, impone dazi doganali in modo indiscriminato. Dov'è la reciprocità? Si tratta chiaramente della logica egemonica del "potere fa il diritto".

Il comportamento egemonico del governo degli Stati Uniti non solo danneggia le persone in altri Paesi, ma causa anche notevoli problemi al popolo americano. L'imposizione di dazi aggiuntivi farà aumentare i prezzi dei beni importati e i consumatori dovranno reggere il peso dei prezzi più elevati. L'elevata inflazione che ne deriverà aumenterà significativamente il costo della vita per le comuni famiglie americane. L'imposizione di dazi aggiuntivi potrebbe causare la perdita del lavoro a circa 2 milioni di americani e ogni famiglia americana si troverebbe ad affrontare una perdita di reddito di almeno 5.000 dollari. Aumenterà il rischio di stagflazione economica, il merito creditizio del dollaro statunitense subirà uno shock e le attività in dollari USA saranno vendute su larga scala. L'aumento dell'incertezza sul mercato internazionale sarà sfavorevole all'espansione delle aziende statunitensi nei mercati esteri e avrà ripercussioni sulle esportazioni degli Stati Uniti. Negli Stati Uniti si levano sempre più voci di opposizione. Il 23 aprile, 12 dei 50 Stati del Paese hanno formato una coalizione per citare in giudizio il governo federale degli Stati Uniti, accusando le sue politiche tariffarie di essere illegali.

La storia ha da tempo dimostrato che le guerre commerciali e le guerre tariffarie non fanno altro che danneggiare entrambe le parti. Negli anni '30, lo Smoot-Hawley Tariff Act innescò la Grande Depressione globale; oggi il governo degli Stati Uniti sta ripetendo lo stesso errore ed è destinato a subire conseguenze negative. Anche i politici americani hanno chiarito che il risultato dell'imposizione indiscriminata di dazi non sarà "America First", ma "America Alone". Il Budget Lab dell'Università di Yale stima che l'attuazione di tutte le misure tariffarie nel 2025 ridurrà il tasso di crescita del PIL reale degli Stati Uniti di 1,1 punti percentuali nell'anno e il tasso di crescita del PIL a medio e lungo termine di 0,6 punti percentuali.

Il mondo ha bisogno di giustizia, non di dominio. Nell'attuale contesto di globalizzazione, le economie dei vari Paesi sono interdipendenti e le fluttuazioni economiche in un Paese possono avere ripercussioni a catena sugli altri Paesi. Alla riunione annuale del Consiglio per gli scambi di merci dell'OMC, le serie preoccupazioni della Cina in merito alle misure tariffarie abusive del governo statunitense hanno trovato forte eco in 46 Paesi. Siamo convinti che la stragrande maggioranza dei Paesi che credono nell'equità e nella giustizia faranno la scelta giusta nel proprio interesse.

(Web editor: Feng Yuxin, Renato Lu)

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